
Noi, preziose come il nardo. Un progetto di imprenditoria femminile a Betania
La campagna di Pro Terra Sancta a sostegno delle donne di Betania: aiutale a costruire un futuro di indipendenza e di speranza!

Il contesto: una città sola
Il villaggio di Betania, raccontato nei Vangeli come il villaggio dell’amicizia e dell’ospitalità, è oggi teatro di un terribile conflitto. Dal 2002 la città è infatti divisa dalla vicina Gerusalemme dal muro di separazione israeliano, che l’ha resa isolata e difficilmente accessibile: «La situazione economica è peggiorata drammaticamente dopo la guerra, spiega Carla Benelli, responsabile dei progetti di Conservazione e sviluppo dell’Associazione Pro Terra Sancta. «A Betania non ci sono più turisti e in generale non c’è più lavoro; lo spostamento tra le città palestinesi è fortemente limitato, mentre è impossibile raggiungere Gerusalemme, che si trova a meno di un chilometro, o Israele. Questo porta a tanti problemi, economici e sociali».
Dal 2016 Pro Terra Sancta ha attivi alcuni interventi archeologici e di valorizzazione del luogo, coinvolgendo la comunità locale per creare nuove opportunità di lavoro e contribuire ad alleviare la povertà.
Oggi, la guerra che continua a imperversare rende le condizioni di vita ancora più dure: l’assenza di turismo ha lasciato a casa moltissimi lavoratori, che oggi faticano a sostenere le loro famiglie; la fine del cessate il fuoco ha fatto precipitare nuovamente la zona nell’incubo dei bombardamenti.
Il progetto: Noi, preziose come il nardo
In questo contesto di guerra e disperazione, un gruppo di donne sta riscrivendo il proprio destino. Il progetto “Noi, preziose come il nardo“ è nato qui: dal desiderio di imparare, di mettere mano al proprio presente per trasformarlo e riprenderne possesso.
In collaborazione con la scuola ortodossa di Betania abbiamo avviato tre corsi di formazione per insegnare alle bambine della scuola alcune tecniche di produzione artigianale di candele profumate. Ad ogni corso hanno partecipato tra le quindici e le trenta persone: si sono aggiunte anche diverse mamme, desiderose di imparare qualcosa di nuovo che contribuisse a mantenere in vita le tradizioni artistiche locali.
Tre di queste mamme hanno poi scelto di continuare, e hanno iniziato a lavorare in un piccolo laboratorio lì a Betania. Producono candele profumate con vari olii essenziali, in particolare con il nardo, ma anche con zatar e lavanda: prodotti locali che profumano di Oriente, di tradizione e di casa, importati ma anche – e sempre più – coltivati in loco, per ampliare la possibilità d’impiego a sempre più persone della comunità locale.
Utilizzando fragranze tradizionali, il laboratorio preserva e tutale la cultura del luogo mentre dà lavoro e sostentamento alle donne che vi partecipano: «Le donne hanno visto in questo progetto uno sbocco nel mondo del lavoro e un miglioramento alle loro vite» commenta Carla Benelli. «Il nostro progetto permette di assicurare i costi dell’avvio e del monitoraggio della prima fase dell’impresa. Non sarebbe stato possibile per le donne avviare questa attività senza il nostro sostegno».

Betania è donna
Sin dalla tradizione biblica, Betania è luogo femminile: lì abitavano Marta e Maria, sorelle di Lazzaro, e lì si recò Gesù in diverse occasioni, trovando sempre un’accoglienza semplice ma, per questo, tanto più preziosa. Fu qui, nella loro casa, che Maria versò dell’olio “di profumo di puro nardo, assai prezioso” sui piedi di Gesù, donandogli un bene ben più pregiato di quanto non potessero permettersi.
Questa tradizione ha attratto nel tempo moltissime donne, anche importanti: tra queste vi fu la regina Melisenda, potente e leggendaria regina crociata che giunse a Betania per conservarne la memoria, per preservare il villaggio dell’amicizia e dell’ospitalità di due donne generose.
A questa matrice femminile originaria si aggiunge oggi la necessità di un aiuto concreto, e quindi l’urgenza di creare una collettività in cui vivere e sostentarsi. La comunità di Betania è molto chiusa, per una donna non è semplice trovare un impiego sufficientemente redditizio da aiutare la propria famiglia e da darle un’indipendenza: aiutare le piccole artigiane di Betania significa perciò continuare a tessere questo filo rosso di sostegno reciproco, portando avanti le richieste di una popolazione che da anni vive nell’incertezza del domani.

Profumo di rinascita
Il nardo, fragranza che impregna le mura di pietra antica del piccolo laboratorio immerso in un giardino incantato, è un profumo di memoria biblica e legato, come già detto, agli episodi evangelici di Betania.
Profumo intenso e noto sin dall’antichità, ve ne sono tracce nella letteratura greca e romana e anche nella Divina Commedia: “che la fenice more e poi rinasce, / quando al cinquecentesimo anno appressa; / erba né biado in sua vita non pasce, / ma sol d’incenso lagrime e d’amomo, / e nardo e mirra son l’ultime fasce” (Inferno XXIV).
Oggi, come la fenice dantesca, anche la comunità di Betania inizia timidamente a rinascere, in mezzo alle ceneri della guerra e del dolore: preziose come il nardo sono le donne di Betania e di tutto il Medio Oriente, che hanno la forza di rimettersi in gioco per le proprie famiglie e per se stesse.
Per loro il nardo oggi ha un nuovo profumo: il profumo della rinascita.
Continua a seguirci per scoprire le loro storie: la storia di Alessia, ragazza italo-palestinese che coordina il progetto; la storia di Saida, nata in Giordania e trasferitasi a Betania per amore; la storia di Maisa, giovane madre laureata in Amministrazione sanitaria ad Abu Dis.