
In Giordania per seguire le radici
Giovedì 6 febbraio 2025 si è concluso ad Amman, capitale della Giordania, il workshop “In the Footsteps of Christianity in the Holy Land of Jordan”: tre giornate sostenute e promosse da Pro Terra Sancta in collaborazione con il Patriarcato Latino e lo Studium Biblicum Franciscanum, volte a valorizzare il patrimonio artistico e culturale cristiano presente – seppur poco valorizzato – sul territorio giordano.
Infatti la Giordania è nota nel mondo per luoghi come Petra, o come Jerash: magnifici e monumentali siti archeologici celebri per il rosso delle rocce che infuoca il deserto e il cielo azzurro che li incornicia. È nota per il sale del Mar Morto e per le sue gole profonde come il Wadi Mujib, per la sua natura selvaggia ed evocativa. Pochi sanno, però, che un viaggio in Giordania può trasformarsi anche in un’occasione per compiere un vero e proprio pellegrinaggio, alla scoperta di luoghi intimamente legati alla Terra Santa e alle radici della cultura occidentale.
Giordania e cristianesimo
C’è la riva del fiume Giordano, sulla quale si pensa – ipotesi sorretta da alcuni resti archeologici rinvenuti negli anni ’90 – che si trovi il luogo dove Gesù ricevette il battesimo; c’è il sito di Umm al-Rasās, dove sorgevano decine di chiese, alcune delle quali mostrano ancora lo splendore dei pavimenti a mosaico che le adornavano. Proprio in questa zona, a Madaba, nella chiesa di Santo Stefano, si trova il meraviglioso mosaico celebre per la rappresentazione delle città antiche che si trovavano in questa regione – di cui Pro Terra Sancta conserva una riproduzione nella propria sede di Milano.

E questi sono solo alcuni dei luoghi che parlano dell’affermarsi del cristianesimo in Giordania: ci sono il monte Nebo con il suo sguardo ampio su tutta la Terra Promessa, la memoria di Mosè e le terre da cui viene la biblica Ruth, la collina di Macheronte, vicino a Madaba, dove sorgeva un palazzo di Erode che – si ipotizza – possa essere stato il teatro della decapitazione di Giovanni Battista.
Il workshop promosso da Pro Terra Sancta
L’idea di valorizzare questo prestigioso patrimonio e di renderlo nuovamente accessibile e interessante per il mercato del turismo è alla base dell’ideazione del workshop “In the Footsteps of Christianity in the Holy Land of Jordan”. Amman per tre giorni ha ospitato interventi e lezioni dedicati in primo luogo alle guide turistiche locali: un corso di formazione e di aggiornamento per intercettare – e, di fatto, contribuire a creare – un nuovo tipo di turismo, focalizzato sul pellegrinaggio e sulla riscoperta delle orme dei cristiani in Giordania.
«Ci siamo resi conto che, effettivamente, pochi guardano alla Giordania anche con la possibilità di fare un vero e proprio pellegrinaggio cristiano», spiega Tommaso Saltini, direttore generale di Pro Terra Sancta, che ha aperto la prima giornata insieme ad altri, tra cui il Nunzio Apostolico in Giordania, Monsignor Giampietro dal Toso (il cui saluto riportiamo in calce). «La Giordania è un luogo meraviglioso: c’è la famosa Petra, il deserto… Ma vi si trovano anche molti luoghi legati alla Terra Santa, ovvero luoghi che ricordano momenti e figure dell’Antico e del Nuovo Testamento».
«Una delle attività più importanti della storia dell’Associazione Pro Terra Sancta è la conservazione del patrimonio culturale, portata avanti anche grazie al dialogo con la Custodia Francescana di Terra Sancta e con lo Studium Biblicum. Crediamo che conservare e promuovere il patrimonio culturale locale costituisca al contempo una grande occasione di sviluppo – economico, turistico e culturale – e un’occasione di sostenere l’educazione e la formazione. E, per continuare a farlo in Giordania oggi, crediamo che serva promuovere il concetto del pellegrinaggio cristiano», continua.
«Si tratta del primo corso di formazione pensato per le guide che desiderano approfondire la storia del cristianesimo in Giordania»: così presenta l’evento Rosario Pierri, il rettore dello Studium Biblicum Franciscanum, il cui intervento riportiamo per intero come conclusione del presente articolo. Durante i tre giorni alle lezioni frontali si sono intervallate numerose visite sul campo, nei dintorni di Amman e di Madaba fino al Monte Nebo, per permettere alle guide di toccare con mano i luoghi che potrebbero diventare tappe fondamentali di un nuovo turismo in Giordania.
«Le guide turistiche che hanno partecipato erano entusiaste di tutte le informazioni che hanno ricevuto, hanno manifestato davvero una profonda gratitudine e hanno dato un contributo fondamentale alla riuscita e all’impatto di questo evento» racconta Tareq Rezeqallah, country manager di Pro Terra Sancta in Giordania. «Sentiamo di aver dato un messaggio, per dimostrare a tutto il mondo che la terra della Giordania è una terra santa. A testimonianza dell’importanza di questo messaggio», sottolinea, «c’è il fatto che questa conferenza abbia avuto luogo contemporaneamente rispetto alla mostra del Vaticano chiamata Giordania: l’alba del cristianesimo, che mette in luce il ruolo cruciale del nostro Paese nella storia del cristianesimo».


Il saluto del Nunzio Apostolico in Giordania, Giampietro Dal Toso
Cari amici,
accolgo con grande gioia questa lodevole iniziativa volta a formare le guide turistiche in Giordania, affinché possano approfondire la conoscenza di questa terra nella sua essenza più profonda: quella di terra biblica. Desidero esprimere la mia sincera gratitudine alla Fondazione Pro Terra Sancta e allo Studium Biblicum Franciscanum per l’organizzazione di questo seminario. Un pensiero particolare va a Padre Michele Piccirillo, il cui instancabile impegno ha portato a straordinarie scoperte archeologiche in Giordania. È significativo che questo incontro si svolga in concomitanza con la mostra vaticana dedicata alla Giordania cristiana: Giordania, l’aurora del Cristianesimo.
Desidero inoltre rivolgere un sentito ringraziamento a Sua Maestà Re ʿAbd Allāh II e al Governo giordano per l’attenzione che riservano al patrimonio cristiano di questo Paese. Come già ricordato da Padre Pierri, la Santa Sede ha da sempre rivolto uno sguardo di particolare attenzione alla Giordania, in quanto parte integrante della Terra Santa.
Se vogliamo promuovere il turismo religioso, è essenziale che esso non perda la sua natura specifica. Questa affermazione potrebbe apparire tautologica, ma intende sottolineare una verità fondamentale: il turismo religioso può essere autenticamente valorizzato solo se conserva la sua dimensione spirituale. Per noi, in Giordania, questa dimensione è intimamente legata alla Sacra Scrittura. Qui abbondano i luoghi che fanno memoria dell’Antico e del Nuovo Testamento; visitarli non solo rende più viva la conoscenza biblica, ma soprattutto permette di sperimentare la grazia che da essi traspare.
Desidero perciò esprimere la mia riconoscenza alle guide che hanno scelto di partecipare a questo percorso di formazione. Esse saranno aiutate a introdurre i pellegrini in un’esperienza autentica dello Spirito, proprio attraverso il cammino in Giordania. In questo tempo particolare, segnato dal Giubileo che stiamo vivendo, il pellegrinaggio assume un significato ancora più profondo, come ha ricordato anche Papa Francesco nella Bolla di Indizione dell’Anno Santo. Per tale motivo, ritengo che la dimensione catechetica e liturgica del pellegrinaggio cristiano sia imprescindibile.
Concludo con un pensiero che mi sta particolarmente a cuore. Esiste una chiave teologica che possa offrire una sintesi dei luoghi santi della Giordania? Certamente, tra i presenti vi sono insigni studiosi ben più qualificati di me per rispondere a questa domanda. Tuttavia, mi permetto di avanzare una proposta, partendo proprio dalla figura del santo che più di ogni altro segna questa terra: San Giovanni Battista.
Edom con Esaù e Giacobbe, Moab con Lot, Balaam e Rut, il Monte Nebo con Mosè, Amman con il re Davide, Tisbe con il profeta Elia: tutti questi luoghi parlano di un’attesa, di una preparazione che trova il suo compimento in Giovanni Battista. Egli è la porta che si apre all’arrivo di Cristo, Colui che battezza il Signore nel Giordano, presso Maghtas. In questa prospettiva, la Giordania appare come il territorio di una grande storia di salvezza, che culmina in Cristo e che Giovanni Battista segna come soglia di ingresso e passaggio.
Il pellegrinaggio in Giordania potrebbe dunque rappresentare, attraverso le figure e i luoghi biblici, un’occasione privilegiata per rinnovare la nostra personale attesa di Cristo e per ravvivare la memoria del suo compimento nel nostro Battesimo.
Auguro a tutti, docenti e partecipanti, un seminario fecondo e ricco di frutti spirituali.
Grazie.
L’intervento di Rosario Pierri
Eccellenza Reverendissima Monsignor Giovanni Pietro Dal Toso,
Illustri e distinti rappresentanti delle Autorità giordane,
Cari amici,
l’evento che oggi e nei prossimi giorni ci accingiamo a vivere ha il sapore di un sogno che si realizza. Era tempo che la Giordania rivendicasse con maggiore vigore il proprio status di Terra Santa, parte integrante di quella terra benedetta che vide il cammino di profeti, di Gesù di Nazareth, dei suoi apostoli e discepoli. Fu qui che, come narrano i Vangeli, San Giovanni Battista precedette il Signore, battezzando sulle rive del Giordano coloro che accorrevano a lui per confessare i propri peccati.
La Giordania custodisce i segni di una tradizione millenaria, un patrimonio che va valorizzato e promosso con convinzione, anzitutto per motivi religiosi, ma anche per diffondere la consapevolezza della sua ricchezza storica, archeologica e artistica.
Questo “sogno” sta prendendo progressivamente forma e oggi, grazie all’impegno dell’Eccellentissimo Nunzio Apostolico in Giordania, Monsignor Giovanni Pietro Dal Toso, della Dottoressa Sara Cibin, rappresentante dell’Associazione Pro Terra Sancta in Giordania, e alla collaborazione del Professor Gianantonio Urbani dello Studium Biblicum Franciscanum, siamo qui riuniti per dare inizio al primo Corso di Formazione destinato alle guide del pellegrinaggio desiderose di approfondire la storia del Cristianesimo in Giordania: “Sulle orme del Cristianesimo nella Terra Santa di Giordania”.
Sono molti gli eventi che hanno preparato il rilancio della Giordania come centro del pellegrinaggio cristiano, in una scelta illuminata della Casa Reale e del Governo giordano.
I pellegrinaggi dei Sommi Pontefici in Terra Santa hanno giocato un ruolo fondamentale in questo grande progetto. Per i Papi, questo viaggio ha il significato di un ritorno alla terra delle origini. Così fu per San Paolo VI, il quale, alla vigilia della sua partenza, dichiarava:
“E in effetti, il nostro viaggio vuole essere un ritorno alla culla del Cristianesimo, là dove il granello di senape della parabola evangelica mise le sue prime radici, crescendo come un albero frondoso, la cui ombra oggi copre tutto il mondo.”
La Terra Santa è la terra dei “Misteri della Redenzione”, dei luoghi santificati dalla Vita, dalla Passione e dalla Risurrezione di Nostro Signore.
L’idea del ritorno emerge con altrettanta chiarezza nel saluto di San Giovanni Paolo II a Sua Maestà il Re ‘Abd Allāh II e ai membri del Governo giordano, il 20 marzo del 2000:
“La mia visita nel vostro Paese e l’intero viaggio che oggi inizio fanno parte del Pellegrinaggio Giubilare religioso con cui intendo commemorare il Secondo Millennio dalla Nascita di Gesù Cristo. Fin dall’inizio del mio ministero di Vescovo di Roma, ho coltivato il grande desiderio di segnare questo evento pregando in alcuni dei luoghi legati alla storia della salvezza…, quei luoghi dove il Signore nostro Gesù Cristo realmente visse o che sono connessi alla sua opera di redenzione.”
Benedetto XVI, nel suo discorso al Centro Regina Pacis di Amman l’8 maggio 2009, svelava il senso profondo del suo pellegrinaggio in Terra Santa, riconoscendosi come uno dei tanti pellegrini che, nei secoli, hanno sentito il desiderio di visitare quei luoghi:
“Come innumerevoli pellegrini prima di me, ora è il mio turno di soddisfare il profondo desiderio di toccare, attingere conforto e venerare i luoghi in cui Gesù visse, i luoghi resi santi dalla sua presenza.”
E infine Papa Francesco, il 24 maggio 2014, rivolgendosi alle Autorità giordane, così si esprimeva:
“Ringrazio Dio per avermi concesso questa opportunità di visitare il Regno Hashemita di Giordania, sulle orme dei miei predecessori Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI… Voi siete conosciuti come uomini di pace e costruttori di pace: grazie! Sono grato per l’impegno della Giordania nel sostenere importanti iniziative volte a promuovere il dialogo interreligioso e la comprensione tra ebrei, cristiani e musulmani.”
Tutti e quattro questi grandi pellegrini giunsero in Terra Santa per attingere nuova linfa per il loro ministero e per promuovere la pace fondata sulla giustizia. Essi avvertivano un legame profondo con i pellegrini che li avevano preceduti e, come loro, pregarono nei luoghi santi, presentando a Cristo i bisogni della Chiesa e del mondo.
Nonostante le sue evidenti contraddizioni, la Terra Santa rimarrà sempre la terra di Gesù e della Rivelazione di Dio. L’attenzione dei Pontefici e, più in generale, dei cristiani di ogni confessione verso questa terra è un elemento essenziale della fede, sia dal punto di vista storico che teologico.
La posa della prima pietra della Chiesa del Battesimo di Gesù ad al-Maghtas, avvenuta il 10 maggio 2009 per mano di Benedetto XVI, ha segnato un passaggio significativo. Il 10 gennaio scorso, Sua Eminenza il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, ha presieduto, in nome del Santo Padre, il rito di consacrazione della Chiesa.
L’odierna inaugurazione di questo Corso di Formazione è il frutto di un lungo cammino, che affonda le sue radici negli anni precedenti il Grande Giubileo del 2000. Fu in quel periodo che il compianto Padre Michele Piccirillo, coinvolto da Sua Altezza il Principe Ghazi Ben Muhammad, iniziò le prime esplorazioni presso il luogo del Battesimo, contribuendo alla riscoperta di quel sito così significativo per la cristianità.
Oggi, a distanza di anni, assistiamo alla crescita di un progetto che, come un grande albero nato da un piccolo seme, è destinato a svilupparsi ulteriormente e a portare frutti abbondanti, per i pellegrini e per la popolazione locale.
Desidero infine menzionare con particolare gioia la mostra “Giordania: l’alba del Cristianesimo”, in corso in Vaticano dal 31 gennaio al 28 febbraio, promossa dal Ministero del Turismo e delle Antichità della Giordania. Un’iniziativa che richiama alla memoria le numerose esposizioni organizzate in tutto il mondo dal compianto Padre Piccirillo, il quale, con il suo instancabile lavoro, ha saputo trasformare i magnifici mosaici rinvenuti in tanti siti giordani in veri e propri ambasciatori di questa terra.
Anche il nostro Corso di Formazione per le Guide del Pellegrinaggio vuole essere un piccolo seme deposto in un campo vastissimo. Agli occhi di alcuni potrebbe sembrare un evento di modesta rilevanza, ma non è così: noi lo affidiamo con umiltà a Dio, nella certezza che Egli saprà farlo crescere e portare frutti di bene.
A nome dello Studium Biblicum Franciscanum e degli altri promotori del Corso, vi ringrazio per la vostra presenza. L’alto numero di partecipanti è un segno promettente: significa che siamo sulla strada giusta.
A tutti voi auguro un’esperienza proficua e ricca di benedizioni.
Fra Rosario Pierri, OFM
Decano dello Studium Biblicum Franciscanum – Gerusalemme